L’Associazione Italiana per la Wilderness, ideata in Abruzzo da Franco Zunino, è stata fondata ad Alberese (Grosseto) nel 1985 con lo scopo di diffondere in Italia le prime conoscenze della filosofia Wilderness e del suo Concetto di conservazione, e di trovare forme per una loro concreta applicazione anche nel nostro Paese.
Originatasi in America nei primi decenni del 1800 e diffusasi soprattutto nel secolo XX, fino ad allargarsi al resto del mondo, la filosofia “Wilderness” ritiene che la natura selvaggia vada conservata in quanto valore di per sé, e considera questo valore un patrimonio spirituale per l’uomo per ciò che essa suscita a livello interiore e di emotività; una filosofia ambientalista che ha le sue radici nel pensiero di Henry David Thoreau (filosofo), di Aldo Leopold (cacciatore/conservazionista) ed altri, e che è contraria all’uso di massa dell’ambiente; seppure la ricreazione fisica e spirituale sia uno dei fini della sua preservazione, e conciliabile l’uso corretto di certa parte delle risorse naturali rinnovabili.
Artefice di questa politica di tutela ambientale, sebbene ispirata dal pensiero di Henry David Thoreau ed altri filosofi ed amanti della natura, fu Aldo Leopold, personaggio tutt’ora storicamente considerato il massimo ambientalista mondiale (oltre che professore di scienze forestali e biologiche), però anche un convinto ed appassionato cacciatore, tanto da aver propugnato la prima Area Wilderness del mondo, oltre che per ragioni biologiche anche per assicurare la possibilità di potervi vivere giornate di caccia nella maniera più genuina possibile.
Scopo primario del movimento originario che di fatto diffonde questa filosofia è l’applicazione del suo Concetto di conservazione, ed il mantenimento di vaste aree naturali selvagge, che si concretizza con le cosiddette “Aree Wilderness”; aree che negli Stati Uniti d’ America dal 1964 sono state riconosciute per legge su suoli prettamente pubblici, sia all’interno che all’esterno dei Parchi e di altre analoghe aree protette. Un Concetto che ha quindi una profonda implicazione protezionistica, significando un vincolo duraturo nel tempo con il massimo di garanzie che una società liberal-democratica possa dare affinché almeno alcuni luoghi possano restare selvaggi per sempre. Un selvaggio per sempre nel senso di una loro protezione ambientale che sia prevista più duratura possibile e che salvaguardi alcuni territori e/o luoghi dalle grandi opere antropiche e, soprattutto, dalle strade e vie di penetrazione motorizzate e/o meccanizzate,; pur assicurando un compatibile ed equilibrato utilizzo da parte dell’uomo.
Le “Aree Wilderness” italiane rappresentano pertanto una duratura salvaguardia dell’aspetto selvaggio dei luoghi nel rispetto dell’utilizzo razionale e tradizionale delle risorse naturali rinnovabili; una salvaguardia che si concilia con l’oculato uso di questi spazi da parte dell’uomo quale membro integrante ed attivo del ciclo vitale. Le “Aree Wilderness” sono anche la concretizzazione di quello che è considerato il massimo vincolo territoriale/ambientale “inventato” dall’uomo, mirante ad una tutela perpetua e di altissima concezione liberal-democratica.
L’Associazione Italiana per la Wilderness, mediante contatti con Comuni, Aziende Regionali per le Foreste, e soggetti privati, opera propositivamente affinché anche in Italia possano venire designate delle forme di “Aree Wilderness” per le finalità fin qui descritte, Aree ovviamente adattate alla situazione sociale e fondiaria del nostro Paese, e pertanto tutelate da vincoli meno severi di quelle originali americane. Ad oggi (marzo 2018) queste Aree assommano a 68, suddivise in 108 Settori e distribuite in 20 Province, tra Emilia Romagna, Campania, Liguria, Lazio, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, per complessivi 52.000 ettari. Ad esse vanno aggiunte altre particolari iniziative di tutela (ambienti, fenomeni naturali) per un totale di 18.000 ettari (si deve all’AIW la designazione della Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia in Liguria e l’istituzione del nucleo iniziale del Parco Nazionale della Val Grande in Piemonte).
Le Aree Wilderness, pur essendo de facto aree protette non ancora riconosciute dall’ordinamento legislativo italiano (benché questa categoria di aree protette sia inserita nella classificazione internazionale predisposta dall’IUCN – organismo dell’ONU che anche lo Stato italiano riconosce e sostiene), si possono dividere in due situazioni: quelle designate e/o designabili all’esterno di preesistenti aree protette sono aperte alla caccia; quelle designate all’interno di preesistenti o future aree protette sono chiuse alla caccia in virtù delle leggi vigenti.
Esse sono inserite nel “Sistema delle Aree Wilderness Italiane” istituito dall’Associazione Wilderness nel 2005, e classificate secondo il loro valore vincolistico (non sempre uniforme, per ragioni di competenza territoriale e/o volontà degli organismi designanti) e fisico-ambientale.
Questa forma di tutela dell’ambiente vista come fatto territoriale scaturisce dal rispetto delle più elevate regole della democrazia, ovvero come espressione della volontà popolare per il tramite dei Consigli Comunali liberamente eletti (o per iniziativa dei Consigli di Amministrazione di Aziende Regionali per le Foreste, nonché per libera scelta di proprietari fondiari). La scelta di tutelare i patrimoni ambientali avviene quindi non per un atto di imposizione ma per autonoma iniziativa dei proprietari dei suoli, soprattutto da parte delle comunità locali, le quali, sensibilizzate sui valori ambientali intrinseci ed unici presenti sui loro territori, ne prendono coscienza e si fanno esse stesse garanti della loro difesa. Non per nulla le Aree Wilderness fino ad oggi designate in Italia sono state approvate quasi tutte all’unanimità dai Consigli Comunali, cosa non certo consueta nelle nostre realtà locali, segno di quanto elevato sia sentito e condiviso il fine di queste iniziative.
L’associazione è affiliata all’internazionale The WILD Foundation, e si batte anche per la preservazione delle aree naturali in genere e per la salvaguardia del paesaggio, oltre che per un controllo morale sulla gestione delle aree protette e per la protezione della fauna e della flora in via di estinzione, con un interesse particolare all’Orso bruno marsicano ed al Lupo in quanto originari simboli della stessa Associazione.
Associazione Italiana per la Wilderness (AIW)
PER LA DIVULGAZIONE E L’APPLICAZIONE DEL “CONCETTO DI WILDERNESS” IN ITALIA
Fondata nel 1985
(Organizzazione non Lucrativa di Utilità Sociale – ONLUS)
Riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente con decreto 28 Dicembre 2004 e confermata con Decreto 18 Gennaio 2018
Affiliata alla International Wilderness (WILD) Leadership Foundation